L’arresto del 21enne lucchese: quando la cronaca si presta alla strumentalizzazione politica

-

Tre ragazzi sono adesso agli arresti domiciliari, uno è di Lucca ed è Libero Vignarelli di 21 anni.
La notizia ha fatto il giro di tutti i quotidiani, strumentalizzando così una pura vicenda di cronaca in una crociata politica della serie “ogni occasione è buona per sparare a zero“.

Tutto è iniziato il 3 ottobre scorso quando Libero, insieme ad altri, ha manifestato contro le ultime misure governative per arginare la diffusione del Covid, il che è discutibile sicuramente vista la colossale differenza di pensiero sulla pandemia, in un’Italia fatta a pezzi dalla malainformazione.

La mattina del 3 ottobre scorso un gruppo di almeno 12 militanti con il volto coperto ha fatto irruzione in un istituto superiore di Firenze, entrando di prepotenza nelle aule in pieno orario di svolgimento delle lezioni e non esitando ad usare la forza per spintonare e strattonare gli insegnanti e lo stesso Dirigente scolastico che hanno tentato di impedire l’iniziativa” questo riportano i giornali.

Libero e gli altri sono entrati in quella scuola, con il volto coperto sì, ma da una mascherina, e ciò che compare nei numerosi video dell’accaduto pervenuti alla nostra redazione sono dei ragazzi che interrompono le lezioni per distribuire dei volantini agli alunni, divertiti dalla cosa. Non esistono al momento referti medici che comprovino l’effettiva violenza di questi nei confronti del preside e degli insegnanti. L’accusa, tuttavia, è quella di “violenza ad un corpo amministrativo” e prevede una pena che va dai 3 ai 15 anni. Una pena definibile esemplare per i 3 incensurati, considerando che i blitz studenteschi, in questo periodo di caos e tumulto a livello nazionale, sono avvenuti in tutta Italia ma mai con conseguenze del genere (vedi esempi di Pisa e Firenze).

La strumentalizzazione dell’accaduto – ormai all’ordine del giorno – non è mancata, da una parte e dall’altra. Se è vero infatti che Libero e gli altri appartengono al Blocco Studentesco, costola del movimento di destra Casapound, è vero anche che il Preside dell’Istituto Galileo Galilei di Firenze, Alessandro Giorni, è militante del Pd, candidato alle ultime elezioni amministrative di Prato e segretario del partito democratico.
Va da sè che la partita è aperta: da una parte una sinistra che trova il bersaglio perfetto nei giovani “scalmanati” ragazzi di destra; dall’altra una destra che si sente vittima di quel pregiudizio e di quello stigma che oltrepassa le circostanze e si va a posizionare, sempre e comunque e ovunque, in quella bolla di luoghi comuni tanto cari a tutti.
Non vogliamo gridare al complotto, nè da una parte, nè dall’altra, ma guardare i fatti in bianco e nero, togliendo accuratamente il colore politico: tre ragazzi, ventenni e incensurati, si trovano adesso in arresto per aver lanciato dei volantini in una scuola. La legge lo consente? Ne prendiamo atto, ma concedeteci lo spazio di una riflessione.

Che ci possa essere stata la troppa foga di manifestare è fuori dubbio, che la sacrosanta e bellissima ribellione dei 20 anni possa essere sembrata eccessiva e maleducata da parte di insegnanti che si sono visti interrompere le lezioni da sconosciuti – e per questo è giusto che paghino con misure adeguate – anche, in un paese abitato da scempi giornalieri, dove siamo costretti a non stupirci più di niente, dove l’ignoranza, la mediocrità e la miseria intellettuale fanno da sfondo alle nostre giornate, la richiesta di custodia cautelare per questi ragazzi – trasformata poi in arresti domiciliari – ci lascia indubbiamente perplessi.

Ogni fatto è a sè, ogni notizia ha la sua storia, le sue dinamiche e le sue evoluzioni e soprattutto chi di dovere saprà risolvere al meglio la situazione, ma è impossibile non paragonare il provvedimento di una “bravata” adolescenziale con tutti quei criminali impuniti che ci fanno spesso vivere con il fiato sospeso, anche solo per rientrare in casa dopo cena.

Ed è così che la voglia di cambiare il mondo di Libero – eccessiva, giudicabile, incompresa e tutto quello che vogliamo – si è trasformata in una vera e propria condanna, quella condanna che non solo lo rende schiavo tra le quattro mura della sua casa, ma schiavo della credenza per cui l’audacia si paga, il coraggio anche, ma la diplomazia mai.

Bianca Leonardi
Bianca Leonardi
Classe 1992, Lucca. Una laurea in giornalismo e tanta voglia di dar voce a chi troppo spesso resta in silenzio. Lavoro da anni nella comunicazione e nell'organizzazione di eventi, saltando tra musica, teatro e intrattenimento. Perché "Lo Schermo"? Perché siamo giovani, curiosi e affamati di futuro.

Share this article

Recent posts

Popular categories

Recent comments