La leggenda del Ponte della Maddalena, detto del Diavolo

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Il Ponte della Maddalena, è comunemente conosciuto anche con il nome di Ponte del Diavolo, in ragione della misteriosa leggenda che aleggia intorno alla sua creazione, datata 1115. Fu voluto dalla contessa Matilde di Canossa per mettere in collegamento le due sponde del fiume Serchio nel territorio di Borgo a Mozzano e, ancora oggi, dopo più di 900 anni svolge la sua funzione. La sua forma è singolare per via di un arco molto alto e di tante piccole arcate minori, che le conferiscono uno status di assoluta bellezza e particolarità. Non a caso è una delle attrazioni turistiche più visitate di tutto il territorio della provincia di Lucca.

Questa sua forma ha suscitato non solo l’attenzione di turisti e curiosi, ma anche della popolazione del XII secolo, stupita per un’opera di tale magnificenza. Proprio per questo motivo fu attribuita la sua costruzione al Diavolo, il quale intervenne dopo l’invocazione del capomastro del ponte. Quest’ultimo era disperato, perché il lavoro non procedeva, non riusciva ad andare avanti a causa delle continue piene del fiume Serchio che recavano danno alle strutture fondamentali per l’ultimazione dell’opera.

Dopo una notte di tormenti e di invocazioni blasfeme, il Diavolo si presentò dinnanzi al capomastro che propose un patto irrinunciabile all’uomo. Il maligno avrebbe ultimato l’opera a suo piacere entro la notte, ma l‘indomani avrebbe preteso di ricevere in cambio la prima anima che avrebbe calpestato le pietre del ponte. L’uomo accettò e alla mattina, con gioia, vide il ponte finalmente completo e splendente. Dall’euforia, tuttavia, passò subito al rimorso di coscienza perché sapeva che di lì a poco avrebbe dovuto pagare il pegno con il Diavolo, sacrificando la vita di qualcuno. Per aggirare il maligno, escogitò un piano con il sacerdote del paese, che aveva ascoltato la confessione del muratore pentito. I due fecero passare per primo un cane attraverso il ponte, mentre il Diavolo furioso e beffato da questo tranello, sprofondò nelle acque del Serchio senza mai più farsi rivedere.

Alcuni dicono che il cane, un pastore maremmano di colore bianco, continui ad aggirarsi nelle notti di ottobre alla ricerca del capomastro. Altri sostengono in aggiunta, che sotto le spoglie del povero animale, si nasconda proprio il Diavolo.

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

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