Il futuro del centrosinistra lucchese nelle parole dell’Assessore Francesco Raspini: “Dobbiamo costruire un progetto di governo della città che sia credibile, serio, inclusivo e anche un po’ visionario”

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Elezioni regionali e programmi del centrosinistra lucchese, rivoluzione dei rifiuti e polveri sottili, ex-manifattura e indiscrezioni sul prossimo candidato Sindaco di Lucca: di questo e molto altro abbiamo parlato con Francesco Raspini, Assessore del Comune di Lucca con deleghe all’ambiente, alla protezione civile, alla sicurezza e all’organizzazione della struttura comunale.

Raspini, lei è stato uno dei pochi esponenti del PD lucchese che nel post elezioni ha detto le cose come stanno: nonostante la vittoria in Regione, a Lucca e provincia le percentuali fanno quasi male agli occhi. Quali sono, secondo lei, le cause di questo crollo verticale dei consensi?

Non parlerei di crollo. Sicuramente le elezioni non sono andate bene, però se guardiamo i dati storici nelle elezioni connotate da un maggior tasso di politicità – tipo quelle politiche nazionali e europee -, la provincia e il comune di Lucca sono storicamente tendenti al centrodestra. È chiaro che, da un punto di vista elettorale, non hanno sicuramente giovato le divisioni e le polemiche che hanno accompagnato la costruzione delle liste del PD. Tutto sommato, però, qui il risultato del Partito Democratico è in linea con quello che tradizionalmente è il nostro bacino di voti. Nonostante questo, dobbiamo migliorare e fare di più. Dobbiamo poi prendere in considerazione il fatto che per competere in elezioni di carattere locale serve mettere insieme anche forze che non necessariamente si riconoscono in una sigla di partito ma che, invece, possono essere espressioni di un civismo cittadino di vario tipo.

Cosa succederà, adesso, nel PD? Questo momento di riflessione di cui tutti parlano in che cosa consisterà?

Parlo riferendomi a quello che, immagino, accadrà in città: innanzitutto credo che si debba lavorare per portare a termine – rapidamente e bene – le questioni amministrative da concludere entro la fine del mandato. Poi si tratterà di operare insieme a tutte le forze della coalizione per costruire un progetto di governo della città che sia credibile, serio, inclusivo e anche un po’ visionario.

Lei è l’Assessore all’ambiente, e la cosiddetta “rivoluzione dei rifiuti” è una questione che l’ha impegnata molto e che non è stata senza problemi. A che punto siamo?

È vero, la partenza ha avuto dei problemi ed è inutile negarlo. Quando si amministra non bisogna aver paura di dire quando le cose vanno bene ma, allo stesso modo, non bisogna aver paura di riconoscere quando le cose vanno bene solo parzialmente o quando addirittura vanno male. Facendo un bilancio oggi, però, direi che tutto sommato la questione non è andata malissimo. C’è stato sicuramente un inizio infelice legato al fatto che, per la struttura dell’azienda, c’è stata una necessità di adattamento alle nuove disposizioni. Diciamo che la “rivoluzione dei rifiuti” è cominciata in un momento in cui le dinamiche del personale – a causa delle ferie e delle contingenze legate al COVID-19 – hanno fatto sì che ci siano state un po’ di assenze che hanno complicato le prime settimane. Adesso, però, le cose vanno meglio e le segnalazioni sono tornate a un livello fisiologico. Questa esperienza, per me, ha rappresentato anche un modello virtuoso e corretto di dialogo tra maggioranza e opposizione. È ovvio che non stiamo parlando dei massimi sistemi, stiamo parlando di un servizio ai cittadini molto pratico su cui questa volta c’è stata la capacità di confrontarsi su cose concrete e di dialogare con una parte dell’opposizione al fine di apportare miglioramenti effettivi. L’opposizione – in particolar modo il consigliere Martinelli – ha infatti presentato un  ordine del giorno con contenuti molto simili alla documentazione portata dalla maggioranza: dialogando e parlando senza arroccarsi si sono trovate soluzioni effettive ai problemi dei cittadini. Penso, ad esempio, all’eliminazione del ritiro del vetro il sabato. Penso, ancora, alla proposta di diminuire le zone servite il pomeriggio e aumentare quelle servite di mattina. Penso all’idea di mettere i Garby anche presso i centri di raccolta per facilitare il conferimento in chiave di surplus dei rifiuti. Tutte proposte pratiche, condivise allo scopo di fare il bene della città. Peraltro voglio aprire una piccola parentesi su ciò che è stato fatto nel centro storico, che paradossalmente era una realtà molto più difficile da gestire perché si trattava di cambiare un sistema consolidato da anni: ecco, devo dire che qui tutto è andato per il meglio. Certo, come dico sempre, tutto è perfettibile e tutto è migliorabile. Però, ecco, la maggior pulizia della città e il gradimento del nuovo sistema da parte della maggioranza dei cittadini mi pare evidente.

Alcuni ristoratori del centro storico si sono lamentati del fatto che i camion per la raccolta dei rifiuti passano all’ora di pranzo: questo comporta un odore sgradevole mentre mangiano avventori e turisti, che spesso se ne vanno infastiditi. Non pensa che sia il caso di fare qualcosa per andare incontro a chi svolge attività di ristorazione?

Si, e infatti abbiamo cercato di risolvere tempestivamente i problemi non appena sono emersi. Visto che l’orario di raccolta va dalle 12 alle 18, laddove ci sono i tavolini è sufficiente evitare di passare con i camion all’ora di pranzo. E questa è proprio una di quelle questioni pratiche che sono state corrette in itinere. Come dicevo poco fa, la raccolta nel centro storico è veramente complicata proprio perché ci sono esercizi commerciali che aprono a orari diversi. Concentrare il servizio, quindi, è una cosa complessa perché non si può pensare di passare 3-4 volte nella solita strada per raccogliere rifiuti dello stesso tipo ma di attività commerciali che aprono a orari differenti, soprattutto perché alcune tipologie di rifiuti come il vetro non possono essere raccolte né di mattina e né di sera tardi per ovvi motivi di rumore e disturbo. È per questa ragione che la fascia oraria di pranzo è molto usata anche in molte altre città, proprio perché consente di passare una volta sola prendendo tutto. Chiaramente, come in ogni cosa, ci vogliono sempre delle accortezze. E comunque dal 1 Ottobre si è passati alla raccolta serale, e quindi questo problema non si propone più. In ogni caso si può sempre migliorare strada facendo. Nessuno ha la verità in tasca e secondo me un po’ di flessibilità è anche indice di intelligenza!

Se entra in un qualsiasi centro commerciale, la presenza di plastica per le confezioni dei prodotti e per i sacchetti salta subito agli occhi. Alla luce di questo, non è un po’ poco prevedere il servizio di raccolta della plastica per un solo giorno a settimana?

Prima il multimateriale veniva ritirato due volte a settimana perché conteneva sia vetro che plastica. La scelta di operare la separazione delle due frazioni serve però a contenere i costi che poi vengono caricati in tariffa. Infatti il vetro venduto separatamente vale 100 euro a tonnellata e la plastica 50 euro a tonnellata. Il ricavo dei due materiali mescolati invece è zero. Questa scelta, quindi, consentirà di ricavare circa 700 mila euro annui che verranno integralmente scontati dai costi che i cittadini devono sostenere con la bolletta. Fatta questa premessa, le rispondo dicendo che sarebbe stato impossibile ritirare la plastica due volte a settimana perché le frequenze complessive sarebbero aumentate – da sei a sette ritiri settimanali sommando i vari materiali – e l’azienda avrebbe potuto farvi fronte solo appaltando una parte del servizio aggiuntivo all’esterno finendo per neutralizzare quasi del tutto i maggiori ricavi. Insomma rendendo vana tutta l’operazione. Mi consenta di precisare, a questo proposito, che il tema del contenimento dei costi attraverso la valorizzazione delle varie frazioni è assolutamente strategico. Infatti se lo smaltimento di alcuni materiali rappresenta un ricavo – mi riferisco al vetro, alla plastica e alla carta – altre frazioni, come l’organico, purtroppo rappresentano un costo, soprattutto per la strutturale carenza di impianti di compostaggio nel nostro territorio. Pensi che lo smaltimento della frazione organica – che rappresenta da sola il 40% del totale dei rifiuti solidi urbani – fino a qualche mese fa costava a Sistema Ambiente 100 euro a tonnellata. Adesso il prezzo è aumentato a 140 euro, cioè il 40 % in più! Insomma la modifica andava fatta quanto meno per evitare che le tariffe crescessero in modo esponenziale. Peraltro, nella maggior parte dei Comuni italiani di taglia paragonabile a Lucca, dove si raccoglie “porta a porta”, il ritiro del multimateriale leggero è quasi ovunque settimanale. Anche nel nord est – che fa un po’ da modello per tutti – in città come Treviso, Padova, Verona, Trento. Ma anche a Parma, Bergamo, Mantova, Cremona e in molte altre città virtuose in tema di rifiuti si fa così. 

Polveri sottili, il momento critico sta per arrivare: che cosa avete in mente di fare?

Ci tengo a dire che quello sulle polveri sottili è un percorso di lungo periodo. È totalmente irrealistico, infatti, pensare di ridurre o abbattere la quantità di polveri sottili con provvedimenti emergenziali come quelli che – tuttavia – siamo obbligati a emettere per motivi di legge. Mi riferisco, in particolare, ai provvedimenti relativi alle restrizioni del traffico o alle limitazioni all’uso dei caminetti. Bisogna porre in essere misure strutturali che, però, hanno la necessità di essere implementate per molti anni. Noi abbiamo condiviso alcune misure con tutti i comuni della piana e la Regione sta per fare un bando con il quale verranno previsti dei contributi per l’installazione di pompe di calore. Pompe di calore che, appunto, dovrebbero andare a sostituire mezzi di riscaldamento più inquinanti. Con lo stesso bando saranno previsti contributi anche per l’acquisto di biotrituratori, che dovrebbero consentire – soprattutto per chi fa piccole potature e per gli agricoltori – di sostituire l’abbruciamento delle sterpaglie con la triturazione, i cui residui peraltro potranno essere utilizzati anche come concime. Inoltre, qui a Lucca stiamo varando tutta una serie di progetti per la piantumazione di nuovi alberi. Uno di questi – a cui personalmente tengo moltissimo – è quello presentato dall’Associazione Talea, che prevede la messa a dimora di 3000 nuovi alberi di specie particolarmente idonee a sequestrare PM 10 e CO2 presenti nell’atmosfera. L’altro progetto riguarda invece un bando regionale a cui stiamo partecipando, con il quale pianteremo varie centinaia di nuove specie arboree nell’area urbana della città, dove si concentrano le maggiori emissioni. È un percorso lento, ma devo dire che nel corso degli ultimi anni il numero dei giorni di sforamento nella macroarea di riferimento – che va da Montecatini a Lucca – è diminuito. Se si guardano i dati disaggregati delle centraline ARPAT dislocate nel territorio del nostro comune, infatti, sono tre anni che non si superano i 35 sforamenti annui. Questo significa che un percorso di miglioramento è stato fatto. Ovviamente le politiche riguardanti questo tema devono essere attuate congiuntamente da tutti i comuni della Piana, ma la collaborazione con gli altri comuni è sempre ottimale. Su questo aspetto c’è vera unità di intenti, senza troppe distinzioni in merito al colore politico!

Senta, adesso allarghiamo il raggio d’azione e parliamo di una cosa di cui in città si discute molto: si dice che lei sarà il prossimo candidato Sindaco del centrosinistra, è vero?

Il centrosinistra sceglierà il proprio candidato nei tempi e con le modalità che si confanno a una scelta così importante. Diciamo che gli articoli sui giornali, o anche le interviste con cui gli addetti ai lavori si lanciano reciprocamente messaggi, sono cose che interessano poco ai cittadini. I cittadini, infatti, hanno più bisogno di sentir parlare di questioni concrete che dei percorsi di carriera dei politici.

Lo chiederemmo volentieri all’Assessore all’urbanistica, Serena Mammini, ma non riusciamo proprio a parlarci, e quindi lo chiediamo a lei. Parliamo di ex-manifattura: molte voci autorevoli, in città, ritengono che la predisposizione del Piano Attuativo sia un mero palliativo e che, in realtà, tale Piano verrà confezionato su misura per la società COIMA. Lei cosa pensa di queste voci?

Sulle questioni che riguardano i colleghi, mi consentirete di dirvi di rimettere la domanda a loro. Sono questioni molto specifiche e quindi è meglio che parlino l’Assessore all’urbanistica e il Sindaco.

Mi dica un aggettivo per: Tambellini, Menesini, Santini, Barsanti, Marcucci e Bertocchini.

Sono in difficoltà a rispondere a questa domanda. Secondo me sono tutte persone che hanno delle caratteristiche importanti  e non mi va di riassumerle con un aggettivo perché sono tutti protagonisti importanti della nostra vita cittadina.

Giovanni Mastria
Giovanni Mastria
Nato a Lucca, classe 1991. Scrivo con passione di cultura, attualità, cronaca e sport e, nella vita di tutti i giorni, faccio l’Avvocato. Credo in un giornalismo di qualità e, soprattutto, nella sua fondamentale funzione sociale. Perché ho fiducia nel progetto "Oltre Lo Schermo"? Perché propone modelli e contenuti nuovi, giovani e non banali.

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