C’erano una volta le Officine Lenzi

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Chi è passato almeno una volta per San Concordio e per la sua via Guidiccioni, non può non aver notato l’imponente struttura che fu delle Officine Meccaniche Lenzi, un complesso industriale del quartiere sud di Lucca, che da molto tempo rimane fermo e immobile, nonostante l’inesorabile scorrere del tempo. Oggi sono il simbolo e l’immagine di un periodo storico in cui l’industria andava a toccare il tessuto urbano con mano, ubicandosi a pochi passi dalle Mura del centro storico e a ridosso della ferrovia. Addirittura due binari avevano accesso alle Officine, dove dal 1922 e per quasi mezzo secolo, oltre 400 persone si impegnavano a realizzare opere di carpenteria pesante, anche di rilevanza internazionale.

Durante il periodo bellico, la fabbrica fu convertita alla produzione di armi, che l’ha resa un obiettivo sensibile degli Alleati, che il 6 gennaio del 1944 bombardarono San Concordio, causando la morte di 24 civili. Nel secondo dopoguerra, le Officine Lenzi trovarono nuova linfa vitale e si lanciarono anche nella realizzazione di opere di carpenteria leggera, oltre a specializzarsi ancora di più in quelle pesanti. Dagli anni ’60 in poi, cominciò una lunga fase di declino, attraversando crisi sindacali, proteste e commissioni sempre meno importanti, fino a giungere al 1975 quando, nonostante gli sforzi, le Officine furono dichiarate fallite dal Tribunale di Lucca.

Ne 1976 il complesso industriale fu oggetto di occupazione da parte degli operai, che decorarono le pareti esterne con i celebri murales che raccontano le sofferenze e i contenuti delle lotte del movimento operaio dell’epoca, e che sono divenuti a loro volta un simbolo delle storia di San Concordio. Oggi dei circa 20.000 mq delle Officine Lenzi resta uno scheletro, in perenne attesa di una riqualificazione e di un rilancio, anche tramite una riconversione più vicina alle esigenze della società attuale. Vedremo se ci sarà un nuovo futuro per un baluardo della storia di Lucca Sud.

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

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