Aldo Gottardo tra passato, presente e futuro

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Aldo Gottardo è un volto noto della sinistra lucchese, da sempre attento alle tematiche ambientaliste ed ecologiste: in questa intervista ci ha raccontato la sua verità sulle dimissioni dal C.d.A. di LuccaCrea, facendo anche un bilancio su quanto fatto dall’attuale amministrazione in questi anni di governo della città.

Aldo Gottardo, recentemente lei ha dato le dimissioni dal C.d.A. di LuccaCrea: cosa l’ha spinta a tale gesto?

Ci tengo a precisare che non è stato un problema legato a LuccaCrea, che resta una delle migliori società che un amministratore può amministrare in questa città. La questione è questa: io sono stato inserito in questo C.d.A. in quota a un movimento politico/civico, esattamente Lucca per l’ambiente, che ha sostenuto l’amministrazione in questi anni. Noi abbiamo dato il nostro sostegno su alcuni punti programmatici ben precisi, che sono stati messi nel programma elettorale e che possiamo vedere ancora oggi sul sito internet del Comune. Ecco, di questi punti solamente uno è stato portato a termine. Nel corso di questi anni noi abbiamo sempre avuto un atteggiamento propositivo in tema di tematiche ambientali – e a tal fine è sufficiente vedere che cosa è stato fatto in LuccaCrea durante il mio primo mandato – nella speranza di spostare l’attenzione dalla mera gestione della criticità dell’ambiente alla costruzione di nuove coscienze ambientaliste: non si può sempre ragionare sulla risoluzione di emergenze – che sia quella climatica o quella dei rifiuti – senza capire cosa c’è alla base di queste criticità. Gli alberi sono malati? Benissimo, si abbattono se sono da abbattere, ma si dovrebbero fare operazioni affinché tali alberi non si ammalino. Non è possibile che in una città come Lucca nessuno si domandi come mai gli alberi si ammalano. Cosa mi ha spinto a dare le dimissioni? Il fatto che viviamo in una città in cui chi amministrava questo settore – e che adesso non lo fa più per un cambio di deleghe – non si sia mai domandato cosa possiamo fare davvero per il verde, per lasciare un mondo migliore ai nostri figli e ai nostri nipoti.

A proposito di LuccaCrea, torniamo al passato recente: cosa ne pensa della querelle Pardini e della successiva nomina di Francesca Fazzi?

Ho avuto modo di lavorare per tre anni con Mario Pardini, che nel frattempo è diventato anche un amico: abbiamo condiviso momenti di festa – come le prime due edizioni di Lucca Comics – e il percorso che ci ha portato alla costruzione dell’ultima esperienza di Lucca Changes. Che dire su Mario? È un amico e lo rispetto, pur nelle nostre diversità di collocazione politica, ma questo è legittimo anche tra amici. Su di lui posso dire che a LuccaCrea ha fatto un buon lavoro. Francesca Fazzi invece la conosco da poco, è una professionista dell’editoria e quindi quello di LuccaCrea è il suo ambiente: so che potrà fare molto.

Amministrazione Tambellini, è tempo di bilanci: come valuta l’operato di questo centrosinistra al governo della città?

Nel secondo mandato noi siamo stati parte della maggioranza: a nostro avviso ci sono state delle cose fatte molto bene. Mi viene in mente l’attenzione alle partecipate, in cui si è mantenuto un assetto apprezzabile dopo un disastro fatto dalle precedenti amministrazioni di centrodestra. Ancora oggi i rapporti con molti degli attuali amministratori di Lucca sono pacifici e piacevoli. Tuttavia, ecco, all’operato complessivo di questa amministrazione non do una sufficienza significativa. Questo perché, dopo quindici anni di governo di destra, ci si aspettava un cambio di passo che potesse davvero apportare qualcosa di sinistra, con una maggiore attenzione ai diritti dei lavoratori e all’ambiente. E poi forse si doveva osare un po’ di più, cosa che noi lucchesi speravamo: avevamo le carte in regola per diventare un modello virtuoso, ma non abbiamo fatto quel salto necessario.

C’è qualcuno che l’ha delusa in particolar modo?

L’ex assessore all’ambiente Francesco Raspini, ma a questo proposito voglio aggiungere una cosa. Ci sono alcune deleghe che sono molto tecnico-amministrative, in altre invece il politico ci deve mettere qualcosa di suo: sensibilità, cuore, amore e pàthos. Abbiamo notato che, forse, quella all’ambiente non era la delega adatta a lui.

Sinistra lucchese: quali prospettive vede per il futuro?

Non si può considerare sinistra quella che ha governato e che attualmente governa la nostra città. Il PD non è di sinistra, e sarebbe eccessivo definire di sinistra anche Lucca Civica. Per la vera sinistra lucchese la prospettiva – che io vedo fattibile – è quella di unirsi per rilanciare un’opportunità e per diventare accattivante per chi è davvero di sinistra: ecologisti, mondo del lavoro, gente che si alza alle 5 di mattina e si sporca le mani. Non gente che dalla vita ha avuto tutto facile, che si alza alle 9 per andare a fare colazione in centro e dopo fa la passeggiatina in Fillungo.

Secondo lei perché chi si alza alle 5 di mattina parla sempre meno con la sinistra?

I lavoratori non parlano più con la sinistra perché non riconoscono questa sinistra. Da anni ci troviamo davanti a un centrosinistra che si è caratterizzato per l’abolizione dell’art. 18, per il fatto di annoverare tra le sue fila esponenti di spicco che spesso sono grandi industriali: è chiaro che dove sta il padrone non sta il lavoratore. E quindi il lavoratore si è rivolto altrove, in aree che gli sono sembrate più vicine al suo mondo.

Torniamo a Lucca: i lucchesi daranno ancora fiducia al PD e ai partiti di quella coalizione, secondo lei?

No, a mio avviso il PD ha esaurito quella spinta innovativa che aveva ai tempi della Leopolda. Il PD non è più un partito innovativo ma, anzi, è diventato più conservatore di quelli che nell’immaginario collettivo sono visti come partiti conservatori. E infatti, anche nella politica lucchese, molte scelte non sono affatto progressiste ma di mero mantenimento dello status quo: “chi non fa non falla” è una bella massima, ma in politica bisogna osare.

Quindi, salvo cataclismi, sta dicendo che secondo lei parte in vantaggio il centrodestra?

Guardando ciò che succede a livello nazionale e le ultime vicende lucchesi, potrebbe partire in vantaggio il centrodestra. Ma era già in vantaggio cinque anni fa, e mi piace pensare che forse è proprio grazie alla presenza e ai 300 voti di Lucca per l’Ambiente che si è ribaltato il risultato.

Lei cosa farà adesso e cosa c’è nel suo futuro, politico e non?

Le lotte ambientaliste ed ecologiste che io seguo da anni non si fermano con la nomina o con le dimissioni da una partecipata, anzi adesso il fatto di essere più libero mi permette di continuare le battaglie che ho sempre fatto: lotta ai circhi con animali, pulizia dell’ambiente, salvataggi degli anfibi e molto altro. Tutte battaglie che richiedono tempo e presenza. In Lucca per l’Ambiente c’erano molte persone legate ad associazioni del territorio, non quelle associazioni che si trovano nei salotti per parlare di quanto sia bella la raccolta differenziata a Lucca, ma quelle che si sporcano le mani andando nei canili e per le strade: questo è il vero ambientalismo e non cesserà. Sul mio futuro politico posso dire che Lucca per l’Ambiente nel 2022 ci sarà, questo è certo. Ci auspichiamo di essere in compagnia di gruppi, movimenti e partiti che facciano del rispetto per l’ambiente il proprio punto centrale, ma non solo. Vorremmo che fosse messo al centro chi l’ambiente lo vive davvero: i lavoratori, donne e uomini, senza distinzioni di razza, sesso, etnia, perché pensiamo che in questo pianeta dobbiamo starci tutti e dobbiamo starci bene. Perché pensiamo che dovremmo lasciare ai nostri figli un pianeta migliore di quello che abbiamo trovato. Quindi, alle molte persone – anche provenienti dall’attuale coalizione di centrosinistra – che mi stanno chiedendo di spendermi in prima persona come candidato, rispondo che ci sarà la mia disponibilità se ci saranno le condizioni per farlo: ambientalismo e massima attenzione al contesto sociale di riferimento.

Giovanni Mastria
Giovanni Mastria
Nato a Lucca, classe 1991. Scrivo con passione di cultura, attualità, cronaca e sport e, nella vita di tutti i giorni, faccio l’Avvocato. Credo in un giornalismo di qualità e, soprattutto, nella sua fondamentale funzione sociale. Perché ho fiducia nel progetto "Oltre Lo Schermo"? Perché propone modelli e contenuti nuovi, giovani e non banali.

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