A pranzo si va al Giannotti

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Ci sono tradizioni che si rispettano e che si innalzano a livello di vero e proprio costume. C’è stato un periodo in cui allo scoccare dell’ora di pranzo, quando il richiamo della tavola si fa prepotente e irresistibile, che Lucca si spostava letteralmente e in massa per andare a sedersi nei vari ristoranti di Borgo Giannotti. Più che un Borgo vero e proprio, il Giannotti è come un paese alle porte della città, infatti per i Lucchesi quest’area non è mai stata una mera estensione dell’abitato alle porte delle Mura, ma una zona indipendente.

Qui la gente faceva la coda per mettersi a sedere ai tavoli delle tante e ospitali locande del Borgo, capaci di stimolare la fantasia e l’appetito dei vari avventori, che potevano spengere lo stimolo della fame tuffandosi sopra ai piatti della più tipica tradizione culinaria lucchese. Tortelli – anzi pardon – tordelli al sugo di carne, minestre di farro, rovelline e rosticciana hanno sempre abbondato sulle tavole, insieme a qualche fiasco di vino rosso, che ben si sposa con queste gustose specialità della tavola nostrana.

I locali più tipici di questo rito lucchese dell’ora del desinare sono: Locanda Buatino e la trattoria La Pergola. Due istituzioni, due luoghi diversi ma sinceri, dalla cucina corposa e saporita. Nonostante gli anni che passano, questi ristoranti restano fermamente saldi nella loro posizione storica e tengono in vita la memoria del passato, rinnovandola con tutti gli artifici possibili. Non è un caso che gli anziani della città continuino imperituri nel rispettare il proprio appuntamento tradizionale col pranzo in questi luoghi, seguiti a ruota da libera dai più giovani che hanno ancora voglia di seguire l’esempio delle generazioni più mature. È proprio in questo modo che una tendenza diventa qualcosa di più, supera il limite del fenomeno temporaneo, per issarsi a quello di tradizione.

FOTO: Lucca Antica

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

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