
“Dal Gabberi il nostro gran fiore di pietra apuana che poggiando dietro al bastione alpestre al Matanna piomba giù la coda sul Lombrici…!
Ceccardo Roccatagliata Ceccardi.

La frazione di Torre del Lago Puccini, in particolare il lago e gli impianti immediatamente a sx del Belvedere, dove adesso insiste la tribuna per i concerti, nel periodo postbellico anni ’20 furono interessati dalla dislocazione di un IDROSCALO, con la gestione delle attività di volo da parte della S.I.T.A.R. (Società Incremento Turismo Aereo Roma); operazione voluta dal gerarca Italo Balbo; la SITAR gestiva alcuni piccoli idrovolanti, dislocati nel lago, modello S.16, M.8, o S.57 che effettuavano voli turistici ammarando davanti al Molo di Viareggio per far salire a bordo i turisti.
L’attività nautico-aviatoria è seguita dai numerosi turisti benestanti e richiama molta gente.
Il rimessaggio è sul lago per motivi di tranquillità del moto ondoso che sul lago è sempre lievissimo, a differenza del mare.

L’attività vera e propria inizia nella metà degli anni ‘20 e successivamente nel 1927, vennero costruiti due piccoli hangar ricovero (chiamati localmente “hangaretti”), nella zona a nord del Belvedere, dove adesso c’è la grande tribuna per i concerti pucciniani.
Successivamente, avvicinandosi il periodo bellico, l’attività turistica evolve in quella prettamente militare e su Torre del Lago, nell’agosto 1927 si schierano idrovolanti militari per effettuare scuola di volo e attività operativa, con, tra gli altri reparti aerei, la 140° “Squadriglia ricognizione Marittima”.

A dx. del Belvedere, verso la Villa Orlando vengono quindi costruiti due bellissime strutture reticolari, veri e propri hangar ricovero, disegnati e realizzati dall’Ing. Pier Luigi Nervi. Capolavori di ingegneria geodetica!
…Verranno demoliti dopoguerra da una cooperativa di ex-partigiani che chiedono il permesso di recuperare il ferro per rivenderlo; si moriva di fame e qualsiasi maniera di sbarcare il lunario era lecita dopoguerra.
Il brutto è che qualcuno glielo firma, quel permesso…
Il 31 agosto del 1931 l’Idroscalo passa definitivamente “militare!”

Negli anni ’30 Italo Balbo usa ripetutamente l’Idroscalo per provare gli ammaraggi e i decolli delle squadriglie che voleranno in giro per il mondo! È amico del pittore viareggino Lorenzo Viani, che protegge e aiuta.
Quando vuol fare “lo splendido” con le signore che prendono i primi “bagni di sole” sulla spiaggia, ammara con il suo idro davanti alla Capannina di Franceschi al Forte, il quale, richiamata la sua attenzione grazie ad un potente megafono, sollecitamente gli invia in mare un cameriere in patino, con una bottiglia di champagne ghiacciato.
L’ Idroscalo Torre del Lago ha funzione prevalentemente addestrativa; la base principale degli idrovolanti militari era a Orbetello (GR), denominata Idroscalo “Agostino Brunetta”; successivamente, nel 1942 verrà intitolato a Balbo.
L’unico impiego operativo dell’Idroscalo Torre del Lago di un certo impegno si registra in occasione della cosiddetta “Beffa di Genova”; la “Forza H” della flotta inglese al comando dell’Ammiraglio Sommerville, il 6 gennaio del 1941, esce da Gibilterra e arriva indisturbata tra la Spezia e Livorno nonostante Supermarina l’abbia avvistata e segnalata. Ma poi ne perde le tracce e la destinazione finale viene raggiunta.
Il tratto di costa tirrenica è fortemente interessato da installazioni militari della Regia Marina:
a la Spezia c’è l’Arsenale, a Pallerone (Ms) c’è un importante polverificio, a Viareggio il porto, a Bocca di Serchio la base segreta degli Incursori di Marina, a Marina di Pisa c’è la C.M.A.S.A. dove costruiscono motori per aerei militari, a Livorno il porto con le raffinerie.
Gli aerosiluranti della Ark Royal si scateneranno per primi su di loro; l’ingresso del porto di La spezia poi verrà pesantemente minato.
Dopodichè il bombardamento navale, fortissimo e martellante per oltre mezzora, causerà 144 morti, 272 feriti 300 fabbricati distrutti, e moltissimi danni minori.
Vanno e vengono indisturbati.

Unica reazione, proprio da Torre del Lago si leva in volo un Cant. Z501 al comando del Cap. Bini, che segue una “Esplorazione offensiva” con esito:
“Accertata presenza nemica”!
Come se a Livorno e a La spezia non se ne fossero accorti direttamente.
Di più l’inoffensivo Cant Z 501 soprannominato dai piloti “Mammaiut!” (mamma, aiuto!), per la relativa lentezza, non può fare…
A Torre del Lago ammarano più volte anche i giganteschi esamotori tedeschi Dornier DO X di stanza all’Idroscalo di Cadimare, a La Spezia.
Due esemplari del Dornier DO X verranno acquistati, per interessamento di Balbo, a scopo propagandistico, ma verranno scarsamente utilizzati operativamente.
Montavano motori italiani FIAT A.22R, raffreddati a liquido, da 570HP.
Il DO X2 I-REDI era intitolato all’aviatore Umberto MADDALENA, e il secondo, il DO X3 AI-ABBN ad Alessandro GUIDONI un generale dell’Aeronautica, attivissimo nella attività sperimentale; a lui oggi è intitolata la città “dell’Aria” Guidonia-Montecelio e il nodo di interscambio T2 di Firenze.

I due giganteschi esamotori gestiti dalla S.A.N.A Società Anonima Navigazione Aerea prima e poi dalla Regia Aeronautica dal 1931 al ‘35, ebbero breve durata per varie problematiche logistico-gestionali, e finirono smantellati a La Spezia, per recupero materiale nel 1937.
L’attività aviatoria dell’Idroscalo di Torre del Lago prosegue intensissima; sul lago si possono vedere schierati decine e decine di idrovolanti!
Vengono organizzate importanti esercitazioni aeree, prove di decollo e ammaraggio, si costruiscono infrastrutture dedicate.

All’8 settembre 1943 sono di stanza sull’ Idroscalo Torre del Lago il XXXIV Gruppo Ricognizione Marittima, con la 140ª Squadriglia su 3 CZ 501 e 2 CZ 506 e la 145ª Squadriglia con 5 Fiat RS 14.
Al momento dell’armistizio alcuni aerei e piloti con gli specialisti raggiungeranno le basi del sud, altri quelle del nord.
È la storia d’Italia…
Nel luglio del 1944 una formazione di cacciabombardieri Alleati P47 sgancia 4 bombe tattiche verso la cava della SISA e lungo il Viale Puccini; una rimbalza sul lago e ferisce un operaio; il 18 febbraio sempre una formazione di 5 aerei P47 mitragliano (non bombardano) l’Idroscalo danneggiando tre idrovolanti; successive incursioni aeree sono a scopo di mitragliare, tanto che un aereo Alleato P 47, ingannato dal riflesso del lago ci impatterà sopra, affondando nel lago; verrà recuperato nel dopoguerra e venduto a peso di ferro e alluminio aeronautico!
Torre del Lago viene raggiunta e superata dalla Task Force 45 degli Alleati il 10/11 settembre 1944.
L’Idroscalo, a parte un flebile tentativo di ripresa turistica negli anni ’70, non ripartirà più.
È una parte importante della più generale storia aviatoria lucchese, “l’Ala lucchese”, ben descritta nel libro “Le Ali della Pantera” di Del Frate e Giorgi; una storia intensa, appassionata, professionale ma incredibilmente silente. Persone, materiali, aerei, infrastrutture, scuole dedicate, all’inizio del XX secolo sono presenti massivamente a Lucca e provincia. Poi tutto scema, finisce e termina.
Di questa parte “nautica” della aviazione lucchese, rimane il bellissimo libro “LE BARCHE CON LE ALI” del mio amico Paolo Farina Ed. Bandecchi &Vivaldi, e un quadro pennellato a colori dentro il locale Chalet del Lago.

