Santa Zita e la Porta dell’Angelo di San Frediano

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Santa Zita è una tra le più famose Sante nate in territorio toscano. La donna nacque infatti a Monsagrati di Pescaglia intorno all’anno 1218 e morì nel 1278 – all’età di sessant’anni – a Lucca. Nel corso della sua vita si distinse per una miriade di azioni e di opere di grandissima generosità, quando lavorava come domestica presso la nobile famiglia dei Fatinelli. La devozione nei confronti della Santa accrebbe così tanto, anche quando la donna era ancora in vita, che la popolazione lucchese una volta che ascese al cielo, volle che fosse sepolta nella Basilica di San Frediano. Per capire quanto la fama di Santa Zita avesse varcato i confini locali nel corso di pochi anni, è sufficiente osservare lo stesso Dante Alighieri, il quale ha citato più volte la piccola domestica lucchese all’interno della Divina Commedia, ben prima che divenisse Santa in modo ufficiale. Dopo la canonizzazione e la successiva santificazione, Pio XII proclamò Zita patrona delle domestiche, delle casalinghe e dei fornai, nonché patrona di Lucca.

Ancora oggi il corpo di Santa Zita è visibile presso la Basilica di San Frediano e proprio legato a questa chiesa vi è un aneddoto particolare della vita della patrona delle lavoratrici domestiche. Un giorno Zita incontrò sulla sua strada un uomo estremamente povero, sofferente e in piena balia del freddo. Mossa a grande compassione nei confronti dello sfortunato sconosciuto, tornò presso il palazzo dei Fatinelli, dove lavorava, raccolse un mantello e lo portò all’uomo infreddolito. L’indomani, la donna ricevette la visita di un angelo davanti alla porta laterale della Basilica di San Frediano, il quale le restituì il mantello che lei stessa aveva donato al povero. Questo miracolo è stato successivamente riprodotto nella vetrata circolare posta sopra la medesima porta, che per ricordare lo straordinario episodio di Santa Zita, viene chiamata anche la Porta dell’Angelo.

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

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