Remo Santini esce allo scoperto:”Mario Pardini sta sbagliando con Pera. Raspini? Non credo che sarà il prossimo candidato del centrosinistra!”

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Dopo queste elezioni regionali abbiamo fatto una chiacchierata con Remo Santini. Il capogruppo di SìAmo Lucca in Consiglio Comunale ha fatto il punto sui risultati elettorali e sulle vicende che hanno interessato la città in questi ultimi mesi. Santini, inoltre, ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni sull’ormai ex Presidente di Lucca Crea Mario Pardini, sul Presidente emerito del Senato Marcello Pera e sull’Assessore Francesco Raspini.

Santini, in provincia di Lucca la tornata elettorale delle Regionali ha segnato un discreto successo di Susanna Ceccardi e quindi del centrodestra. Secondo lei questo è un segnale di cambiamento per il 2022, quando a Lucca si voterà per il Sindaco?

Me lo auguro. Quello di Lucca è un dato indubbiamente incoraggiante, però io cerco di essere sempre realista. Benché io sia contento che il centrodestra si sia imposto nel nostro territorio, bisogna essere sinceri nell’affermare che quando ci sono elezioni che hanno una valenza nazionale, i partiti sono in grande spolvero e volano nei consensi in base al voto di opinione. Quando ci sono le amministrative, invece, la musica cambia. Guardi cosa è successo a Viareggio: nello stesso giorno, alle Regionali la Lega ha avuto il 27 per cento e Fratelli d’Italia il 12,5 per cento, mentre alle Comunali hanno ottenuto rispettivamente il 15 e il 6,5 per cento. Quasi dimezzati, praticamente. Insomma, se i partiti non si radicano sul territorio è un problema, ma sono convinto che riusciranno a farlo, perché mi sembrano animati di buone intenzioni. Pensiamo positivo! Io devo guardare in casa mia, non in quella degli altri.

È ancora convinto di quello che disse a questo quotidiano qualche mese fa, ovvero che senza le liste civiche non si vince?

Non lo dico io, ma i numeri. Soprattutto nelle competizioni locali. Guardi noi: in estate la Ceccardi ha chiesto a SìAmoLucca di dare vita alla lista Toscana Civica per il cambiamento per supportare la sua candidatura insieme al resto della coalizione, e abbiamo accettato volentieri. In nemmeno un mese di lavoro non solo abbiamo trovato praticamente tutti i candidati disponibili a lanciarsi in questa avventura, ma abbiamo anche raccolto mille voti a Lucca (sfiorando il 3 per cento) e oltre 2.600 voti in provincia. Qualcuno poi ha sostenuto pure altri candidati – come potranno confermare i diretti interessati con cui abbiamo stretto accordi – ovvero Elisa Montemagni, Vittorio Fantozzi e Maurizio Marchetti. Comunque, tornando alla nostra lista, questo è un risultato che è andato oltre ogni nostra aspettativa, ma che, riuscendo a sorprenderci, ha dato anche nuova linfa ai nostri progetti per il 2022.

Già, il 2022. Sembra che i motori si stiano già scaldando anche nel centrodestra. Mario Pardini viene già indicato come candidato sindaco. Che ne pensa?

Le faccio una confidenza. Prima del lockdown, a febbraio, Mario mi ha proposto di incontrarci e abbiamo pranzato insieme. Io peraltro ho sempre avuto grande stima di lui, e credo che la cosa sia reciproca. Mi ha confidato che stava seriamente pensando di candidarsi Sindaco, e io gli ho detto che se era quello che voleva doveva buttarsi. Gli ho detto che se la coalizione avesse deciso di puntare su di lui, saremmo stati convintamente tutti dalla sua parte. Poi è passato qualche mese, ed è successo quel che è successo.

Si riferisce alla presenza in piazza con Salvini e Ceccardi nell’ultimo comizio lucchese, alle proteste di Tambellini perché era presidente di Lucca Crea e alle conseguenti dimissioni?

Sì, proprio a quello. I modi stalinisti di questa giunta si sono riconfermati ancora una volta, così come i due pesi e le due misure. La presenza di Pardini da Salvini era sconveniente, invece il presidente della Fondazione Puccini Massimo Marsili ad un convegno con Giani andava bene? Certo, perché era dalla loro parte politica! Sono il primo ad aver espresso pubblicamente solidarietà a Pardini, e lo rifarei mille volte. Però, c’è un però…

E quale sarebbe questo però?

Mario ha fatto un errore, ovvero farsi sponsorizzare dal Presidente emerito del Senato Marcello Pera. Anzi un doppio errore: perché ha anche definito Pera come il punto di riferimento del centrodestra a Lucca. Io ho grande stima di Pera, ma così è partire con il piede sbagliato. E mi dispiace.

Quindi su Pera, lei non la pensa come Pardini?

No, e le spiego anche il motivo. Ho grande rispetto per lui. L’ho ammirato ai tempi in cui era Presidente del Senato, lo ammiro ancora come studioso sopraffine e come mente culturalmente inarrivabile, ma attualmente non puo’ essere considerato il punto di riferimento del centrodestra lucchese, come lo ha definito Pardini. E sa perché? Perché negli ultimi anni, Pera, il centrodestra lo ha combattuto e in qualche modo dilaniato. Nel 2006 fece cadere la giunta Fazzi, e questa è storia. Nel 2012, dopo il mandato Favilla, in una dichiarazione che fece proprio a me – che all’epoca dirigevo la cronaca di Lucca della Nazione -, affermò che al ballottaggio tra Fazzi e Tambellini avrebbe sostenuto Tambellini. E poi arriviamo nel 2016: mi chiese di candidarmi a Sindaco, e quando l’anno dopo decisi in effetti di buttarmi disse che non mi sosteneva più in quanto avevo con me i partiti di centrodestra. Diceva che erano finiti, e che dove c’era la Lega lui non ci sarebbe mai stato. Così prima intraprese il percorso per la candidatura di Donatella Buonriposi, poi cambiò idea. Il danno, però, ormai era fatto e la Buonriposi si candidò comunque. E allora sa cosa fece? Decise di creare una lista, Liberamente Lucca, che sostenne Matteo Garzella come candidato sindaco. Come è finita lo sappiamo tutti. Insomma, Mario deve riposizionarsi.

Santini, mi dica la verità senza girarci intorno. Anche lei sta facendo un pensierino alla candidatura a Sindaco nel 2022?

Guardi, io non mi sento di escludere nulla e quindi nemmeno questa ipotesi. Ma, per fortuna, nella nostra lista ci sono tanti nomi validi: ne faccio uno su tutti, Alessandro Di Vito. Si è candidato in Regione e ha trascinato una lista – di cui fino a poche settimane prima nessuno conosceva neanche il nome – ad un risultato incredibile. Ha avuto complimenti anche dal centrosinistra. E poi di nomi ce ne sono anche altri, penso alle tante donne impegnate nel nostro movimento. Però attenzione, perché più importanti dell’identikit del candidato Sindaco è il programma, e di questo io purtroppo sento parlare poco. Per quello che mi riguarda, ad essere sincero nel 2022 mi vedo più dietro le quinte, ma a seconda della piega che prenderanno gli eventi sono sicuramente pronto a ritentarci…chissà! Però l’obiettivo principale è quello che SìAmoLucca possa correre un giorno sulle proprie gambe. Io ho un lavoro impegnativo, faccio il giornalista e amo il mio mestiere alla follia. Non bramo per essere uno stipendiato della politica.

E in Consiglio Comunale come va?

Con i Consigli Comunali straordinari – tra cui quelli sul progetto ex Manifattura che altrimenti sarebbe passato sotto silenzio – stiamo dettando l’agenda e portando all’attenzione della città le questioni più importanti. Altrimenti il Consiglio Comunale sarebbe il mero passacarte delle decisioni già prese dalla maggioranza. In generale, questo secondo mandato dell’amministrazione Tambellini si sta contraddistinguendo – come avevo previsto – per immobilismo e confusione sulle partite più importanti per il futuro della città.

Senta, il rapporto con gli altri dell’opposizione com’è?

Finora abbiamo sempre collaborato bene, anche se è normale che a volte possano esserci divergenze di vedute. Non possiamo essere sempre d’accordo su tutto. Io più che altro tengo al mio gruppo, quello di SìAmoLucca, e ai suoi cinque consiglieri: Serena Borselli, Cristina Consani, Enrico Torrini e il prima citato Di Vito. Perché è dal nostro confronto che poi emerge la posizione da tenere su questo o quell’argomento. Diversamente da un partito, nessuno a noi impone una linea piuttosto che un’altra. Anzi, spesso la pensiamo diversamente su alcune questioni. Se si trova una sintesi bene, se non la si trova amen. Ognuno deve essere libero di esprimersi come vuole. Se a me dicessero perentoriamente “devi votare così” oppure “qui si fa in questo modo”, io mi incazzerei. Quindi non lo faccio con gli altri. Ci tengo però a dire che terminerò e onorerò il mio primo mandato fino in fondo, perché lo devo ai 17.034 elettori che mi hanno votato al ballottaggio.

Allora ne vuole fare un secondo, di mandato…

Ma no.

Senta, in questa ultima parte dell’anno quali obiettivi vi ponete?

Dobbiamo far aumentare gli aiuti per chi è in difficoltà dopo la prima ondata di emergenza Covid, investire in tutto e per tutto sul rilancio di Lucca, far diventare questa città più ambiziosa e meno addormentata, far curare maggiormente i quartieri e le frazioni.

Oggi mi pare piuttosto tranquillo, Santini. Non c’è qualcosa che la preoccupa per il futuro della città?

Una cosa a dire il vero c’è, ma più che altro mi incuriosisce. A metà ottobre ci sarà il processo per la causa che mi ha intentato l’Assessore Raspini: mi chiede diecimila euro di danni per aver detto che c’era un addetto alla comunicazione che lo seguiva personalmente. Vediamo come va a finire, ma io intanto mi immagino come terminerà la diatriba nel centrosinistra. Anziché candidare sindaco lui, secondo me opteranno per Stefano Baccelli o per Francesca Fazzi. Così si dice in giro. E sa che le dico? Speriamo!

Giovanni Mastria
Giovanni Mastria
Nato a Lucca, classe 1991. Scrivo con passione di cultura, attualità, cronaca e sport e, nella vita di tutti i giorni, faccio l’Avvocato. Credo in un giornalismo di qualità e, soprattutto, nella sua fondamentale funzione sociale. Perché ho fiducia nel progetto "Oltre Lo Schermo"? Perché propone modelli e contenuti nuovi, giovani e non banali.

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