“Il virus non è uno scherzo”. Virginia, 29 anni, positiva al Covid-19

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Ci ha preso alla sprovvista una volta, lo scorso marzo quando in pochi giorni tutta la nostra quotidianità si è ribaltata, lo stavamo aspettando in questo autunno anche se ancora non lo conosciamo.
Il Covid, ormai compagno e nemico di questo anno sfortunato, è tornato a mietere le sue vittime e, senza nemmeno accorgercene, siamo a oltre 30mila contagi al giorno. L’aria che si respira non è quella del primo lockdown, spettrale, ferma, terrorizzante: oggi la paura è minore, lo sdegno di più, gli italiani hanno perso la fiducia e la voglia di urlare “andrà tutto bene”, visto che oggettivamente niente è andato bene.
Abbiamo abbassato la guardia durante l’estate e c’è chi, ancora oggi, pensa che il Covid non esista, che sia una grande invenzione frutto di dinamiche di potere a noi sconosciute: non sappiamo se il responsabile sia stato davvero il pipistrello e non sappiamo nemmeno se il vaccino sarà la soluzione, ma conosciamo gli occhi di chi è stato sorpreso dal virus e chi è stato più sfortunato, quegli occhi può solo ricordarli.

Virginia ha 29 anni, lavora in una grande azienda e mai avrebbe pensato di poter contrarre il Covid, a dimostrazione che anche le regole anti-contagio, unite al buonsenso e il rispetto per il prossimo, spesso non sono sufficienti a “salvarci”, figuriamoci l’ignoranza e il pressappochismo!
Lei ha deciso di raccontarci la sua storia, la sorpresa nel trovarsi positiva, la paura di una malattia che non conosciamo e che rischia di aggravarsi da un momento all’altro, i dolori, la febbre, la solitudine. Perché il Covid non entra solo nel corpo ma nella mente delle persone, lasciandole schiave di una solitudine che già fa paura a cose normali, ma quando ci si ammala può diventare insostenibile. Dalla comparsa dei primi sintomi, alla sorpresa di scoprirsi positiva, alla gestione discutibile dei tamponi in questo caos di seconda ondata, Virginia lancia un importante messaggio: “il virus può entrare nelle case di tutti, state attenti“, a dimostrazione che di fronte alla sofferenza nessuno è invincibile.

Cosa ne pensi della pandemia e delle norme anti-covid imposte dal Governo?
Ho sempre sentito parlare della pandemia, del covid -19 e del virus attraverso i giornali e la tv, poi un giorno ti svegli con qualche linea di febbre e ti trovi catapultata in questa realtà che fino a ieri sembrava così lontana.
Questo virus non va sottovalutato, non sai come ti prende, non sai gli effetti che può avere sul tuo corpo, non sai se starai a letto con febbre a 39 o se sarai costretto ad andare in ospedale perchè non respiri. Per quanto riguarda l’operato del Governo, credo che sia oggettivamente difficile gestire una situazione del genere e una seconda ondata che si sta ampliando a macchia d’olio, stanno cercando di attuare ogni misura necessaria ma l’unica domanda che mi sorge è : come mai non hanno cercato di adottare misure concrete durante l’estate quando il virus era quasi scomparso? Invece di essere di nuovo nel pieno dell’emergenza.

Sei stata attenta a seguire le regole anti-contagio?
Da quando è iniziata l’emergenza io e il mio compagno abbiamo adottato tutte le misure necessarie che si doveva: mascherine, igienizzanti, disinfettanti, attenzione massima nelle frequentazioni di luoghi pubblici. Poi però il virus è arrivato a casa nostra e lì, allora, non capisci davvero dove hai sbagliato. Sono mesi che non frequentiamo ristoranti o luoghi affollati, l’aspetto della socialità è quasi del tutto scomparso, ci limitiamo a qualche visita settimanale ai genitori ma degli amici non c’è neanche l’ombra.
Il nostro modo di vivere è cambiato del tutto per preservare noi ma soprattutto per preservare i nostri cari in sù con l’età. Questo virus non sai come colpisce, che ripercussioni può avere e che danni può creare e quindi la paura di contrarlo ci ha fatto essere sempre scrupolosi, ma il casa-lavoro non è bastato e sia io che il mio compagno siamo risultati positivi.

Sai come e dove hai contratto il virus?
Purtroppo no, non ci diamo pace nel pensare a dove possiamo averlo contratto. Non avendo frequentato molti luoghi se non casa e lavoro non riusciamo proprio a capire dove sia avvenuto il contagio. Per fortuna però i nostri cari stanno bene e nessuno di loro è risultato positivo.

Come hai scoperto che non si trattava di un’influenza ed era proprio Covid?
Due settimane fa circa, di domenica, ho iniziato ad avere un grandissimo male alla testa e molto freddo, credendo che fosse una semplice “frescata” mi sono messa a riposare sperando di stare meglio il giorno dopo.
Purtroppo però quello è stato solo l’inizio del mio malessere. Dopo poche ore la febbre è salita a 39 gradi ed ho iniziato davvero a preoccuparmi, abbiamo capito dopo che potesse trattarsi di covid perchè purtroppo la febbre non scendeva nonostante i farmaci. Per 4 giorni, quindi, ho avuto febbre alta, naso chiuso, fortissimi dolori articolari e spossatezza continua. Sintomi apparentemente influenzali ma che invece non sono per niente leggeri, che non passano nonostante i farmaci e che ti fanno sentire davvero male. Dopo qualche giorno ho avuto l’esito del tampone: POSITIVA.

Come è stato il decorso della tua malattia?
I primi giorni sono stati molto duri e difficili da affrontare, i medicinali non aiutavano, avevo dolori ovunque ed alzarsi dal letto era un’impresa. Dopo sono iniziati ad arrivare altri sintomi: non sentivo più alcun odore o sapore (sintomo che ho ancora) e grande spossatezza. Ad oggi, dopo 2 settimane, mi sto riprendendo ma con la consapevolezza che questo virus non è una passeggiata, è duro, è imprevedibile, è difficile da curare. Non va preso sottogamba neanche per un momento.

Ci sono problematiche sulla gestione dei tamponi?
Questo argomento è davvero interessante e richiederebbe molto tempo. Io faccio parte dei positivi della seconda ondata e cioè quella dove il virus si conosce e si conoscono anche le modalità dei test e dei tamponi, eppure è stato tutto davvero scandaloso. Credo che si sia persa completamente la gestione a livello nazionale: esiti tampone che arrivano dopo 5/7 giorni, prenotazioni tamponi effettuate a mezzanotte altrimenti finiscono i posti disponibili, l’usl che non mi ha ancora contattata nè ha aperto il protocollo per la mia positività, medici di base che non sanno più come aiutare le persone, centralini regionali fatiscenti dove non risponde nessuno. Purtroppo ci vuole molto buon senso da parte delle persone ma ad oggi ognuno si autogestisce perchè è impossibile chiedere aiuto agli organi competenti: nessuno è presente a livello domiciliare per dare spiegazioni e per aiutare le persone in questa situazione.

Con cosa sei stata curata?
Con nessuna cura, l’unica persona di riferimento che abbiamo avuto accanto è il medico di base che ci ha prescritto la Tachipirina. Per il resto caos, nessun protocollo domiciliare è stato creato e di conseguenza, se non si hanno problematiche respiratorie, le cure sono semplici: solo paracetamolo. Internet in tutto ciò è un mondo bellissimo dove però si trovano molte informazioni falsate quindi è difficile informarsi in maniera corretta ed attuare autonomamente accorgimenti, basti pensare che è ancora in corso il dibattito sugli effetti negativi degli anti infiammatori non steroidei ( ibuprofene e ketoprofene) e di conseguenza prima di assumere medicinali abbiamo preferito adottare i pochi consigli del medico di base.

Cosa diresti a tutti coloro che non credono al Covid?
Inizialmente sembra un’influenza ma non è così, posso assicurare a tutti che i sintomi non sono per nulla piacevoli.
Il virus può prendere le persone in modo diverso, io ho avuto il corpo pervaso da dolori insopportabili e continui per 4 giorni, non è una passeggiata, non è un modo per stare a casa e riposare.
Il virus c’è, è ovunque ed arriva anche si adottano tutte le misure corrette.
Ma si dai succede sempre agli altri, lo senti al tg, lo leggi su internet e poi è successo anche a me e sono qua oggi ancora POSITIVA.

Bianca Leonardi
Bianca Leonardi
Classe 1992, Lucca. Una laurea in giornalismo e tanta voglia di dar voce a chi troppo spesso resta in silenzio. Lavoro da anni nella comunicazione e nell'organizzazione di eventi, saltando tra musica, teatro e intrattenimento. Perché "Lo Schermo"? Perché siamo giovani, curiosi e affamati di futuro.

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