“Domani? Mangerò sulla poltrona e andrò a letto prima possibile”: la storia di Luigi, 78 anni, e un triste Natale in completa solitudine

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E’ un Natale strano questo, un Natale che non abbiamo mai vissuto, un Natale che non possiamo vivere come vogliamo. Se da una parte possiamo ritenerci fortunati e “chissene frega dei cenoni e dei parenti, l’importante è la salute” dall’altra è inevitabile la malinconia di non poter abbracciare genitori, figli e nipoti. Ci sono persone infatti che, a causa della pandemia e delle restrizioni imposte dal Governo, si trovano oggi costrette ad affrontare queste giorni di festa completamente soli.

E’ il caso di Luigi, 78 anni di Lucca, che il Natale probabilmente lo passerà sulla poltrona davanti alla tv, senza l’affetto dei suoi famigliari, senza vedere gli occhi dei suoi nipotini scartare i regali.

E’ un anno particolare questo, sono grato di essere ancora qui e di essere tra quei fortunati che stanno bene, ma le feste di Natale le passerò da solo” racconta Luigi.

Le mie figlie stanno in un paesino in Emilia Romagna, al confine con la Toscana, e con queste restrizioni non è possibile vedersi. Non mi spaventa stare da solo, ci sto da molto tempo ormai e in questo ultimo anno, con le problematiche legate al Covid, ancora di più. Ho visto una delle mie figlie una sola volta quest’estate, i miei nipoti non li vedo dallo scorso anno, però il Natale per me è famiglia, è affetto e abbracci e, nonostante sia consapevole della gravità della situazione, non riesco a non essere triste per questa lontananza forzata”.

Sono le vittime indirette della pandemia le persone come Lugi, coloro che a causa della situazione sono costrette ad adattarsi a condizioni difficile da gestire, soprattutto a una certa età. Fa tristezza pensare i nostri nonni da soli, fa tristezza immaginarli seduti da soli al tavolo, fa male non poter vedere i loro occhi pieni di commozione nel vedere la loro bella famiglia sorridente.

La cosa che mi fa star più male è non poter vedere i miei nipoti, ne ho 4 e due sono piccoli e non capiscono la situazione. Ieri li ho sentiti al telefono, mi hanno chiesto se sarei arrivato in tempo per Babbo Natale ma quando gli ho detto che quest’anno non ci saremmo visti hanno iniziato a piangere, e io con loro, anche se ho trattenuto le lacrime” continua Luigi.
I bambini non riescono a capire questa  situazione fino in fondo – non ci riusciamo nemmeno noi adulti in realtà – e l’idea di deluderli e di farli rimanere male mi rende molto triste. Poveri piccoli, quanti cambiamenti hanno vissuto in questi mesi e a quante cose nuove si sono dovuti adattare”.

Per quanto riguarda me, quest’anno non ci saranno regali da scartare, abbracci da dare o tombole da fare: probabilmente mi farò portare qualcosa da mangiare dalla signora che mi aiuta in casa ogni tanto, non apparecchierò e non farò videochiamate con la mia famiglia, ci sentiremo magari il giorno dopo. Quest’anno, se devo dire la verità, non ho fatto nemmeno l’albero e non ho addobbato la casa: io amo il Natale, ed è praticamente l’unico momento dell’anno in cui riesco a passare del tempo con la mia famiglia. Essendo completamente solo quest’anno ho preferito far finta che sia un giorno come un altro, domani sera andrò a dormire presto e un venerdì qualsiasi sarà passato” conclude Luigi.

La solitudine è difficile e la solitudine il giorno di Natale è un’impresa. Luigi, che purtroppo non è l’unico, si trova ad affrontare una sfida molto grande e molto dolorosa: l’essere solo nel giorno più importante e bello dell’anno. Per pochi chilometri che dividono la Toscana dall’Emilia Romagna Luigi non potrà abbracciare i nipotini domani, non potrà dare una carezza alle sue figlie e non potrà stendersi sul divano insieme alla sua famiglia dopo il classico pranzo.

Tutto è diverso, tutto è cambiato in questi ultimi 10 mesi di totale caos, niente è come prima e forse non lo sarà più: ci sono sguardi però che ti entrano dentro al cuore, come quello di Luigi, deluso, arrabbiato ma profondamente dignitoso. Quegli sguardi che sanno contenere l’amarezza, che si tengono stretto il proprio dolore in una vita che non ci saremmo mai aspettati di vivere.
Luigi sarà solo a Natale, e insieme a lui migliaia di altre persone: è solo un giorno Natale,  è vero, dobbiamo saper rinunciare alle cose per il bene di tutti, è vero anche questo, ma abituarsi a tutto ciò fa male.

Bianca Leonardi
Bianca Leonardi
Classe 1992, Lucca. Una laurea in giornalismo e tanta voglia di dar voce a chi troppo spesso resta in silenzio. Lavoro da anni nella comunicazione e nell'organizzazione di eventi, saltando tra musica, teatro e intrattenimento. Perché "Lo Schermo"? Perché siamo giovani, curiosi e affamati di futuro.

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