“Comportati bene o altrimenti “l’Uomo nero” verrà a prenderti!”. Quante volte da bambini ci siamo sentiti minacciare della comparsa dello spauracchio per eccellenza? Forse oggigiorno questa “tradizione” si sta perdendo, ma la figura dell’Uomo nero (o babau sempre in Italia e Europa) comunque permane nell’immaginario collettivo, basti pensare che nel cinema quando si conia una nuova figura orrorifica, protagonista di un film o di una saga ad essa dedicata, lo si definisce spesso un “nuovo Uomo nero” (Boogeyman in inglese).

Ma se vi dicessi che pure il nostro territorio può vantare il suo unico ed iconico Uomo nero? Si tratta dell’inquietantissimo Conciaossa, un’oscura presenza che infesterebbe i monti Pisani, al confine appunto tra le provincia di Lucca e Pisa. Prima di parlare delle leggende che lo vedono protagonista, vi propongo un interessante excursus storico sulla figura dell’Uomo nero, perché è davvero peculiare che esso sia un personaggio ricorrente in moltissime culture, alcune anche molto distanti tra loro.

L’uomo nero nelle varie culture occidentali

Presente nella maggioranze delle tradizioni europee, l’Uomo nero è quasi sempre uno spirito o un demone associato all’oscurità, la cui unica debolezza è costituita proprio dalla luce. Non si conosce mai davvero il suo reale aspetto, ammesso che ne abbia uno, ma la sua figura è spesso quella di un uomo molto alto e ricoperto da un manto che gli fa anche da cappuccio, nascondendogli completamente il volto. A seconda del folclore locale esso può avere anche alcune caratteristiche più spettrali, come in Valle d’Aosta, dove il suo corpo sfuma in una punta non avendo le gambe.

Il suo marchio di fabbrica poi è il suo orrendo sacco, che usa per rapire le sue vittime preferite: i bambini disobbedienti. Questo tratto distintivo in Italia è particolarmente esplicitato sia in Puglia, dove il mostro è chiamato proprio Il vecchio col sacco e in Sardegna dove è conosciuto con il nome di Mammottu.

Se ci spostiamo in Spagna, noteremo che il loro equivalente de l’Uomo Nero, denominato “El Coco” (Il testone) possiede le stesse caratteristiche delle figure del Sud Italia, aggiungendo in più il tratto grottesco di una testa sproporzionata rispetto al corpo.

Francisco Goya, Que Viene el Coco, 1799.

In Francia invece è presente il Croquemitaine (lett. “mangiaguanti”), che aggiunge una macabra peculiarità al suo repertorio: l’antropofagia. Questo demone infatti ha necessità di nutrirsi del naso e delle mani delle sue vittime dopo averle congelate con il suo respiro freddo.

In Inghilterra e in America come anticipato invece è presente il famosissimo Boogeyman, anch’esso un mostro antropomorfo cacciatore di bambini. Secondo le ricostruzioni relative al nome, esso deriverebbe da Bogman, termine che indicava quei reitti che espulsi dalla società finivano a vivere nei territori delle torbiere (bogs), particolarmente diffuse in Inghilterra. Quando i coloni americani si portarono il termine oltreoceano, esso perse nel corso del tempo il suo valore originale, essendo le torbiere molto meno presenti sul territorio americano e così, con il passare delle generazioni, esso finì per essere storpiato in Boogeyman, confondendosi coi Bogies, spiriti delle tenebre del medesimo folclore.

La leggenda del Conciaossa

Arriviamo finalmente a trattare la nostra iconica figura dell’Uomo Nero, la cui storia e modus operandi ritengo francamente i più inquietanti e spaventosi.

Secondo le leggende è pericoloso per i viandanti percorrere di notte i sentieri che attraversano i monti che dividono Lucca e Pisa per via della presenza del terrificante Conciaossa. Questo oscuro figuro, forse un demone, forse uno spettro o chissà quale altro tipo di essere demoniaco, gira incessantemente lungo i percorsi montani, completamente avvolto in un lurido e lacero mantello che gli nasconde sia il corpo che il volto. Esso si muove con incedere dinoccolato e caracollante, ma senza che ci sia modo che si possa fermare, nonostante sia quasi schiacciato dal peso di un enorme sacco dal quale proviene un sinistro rumore: esso contiene infatti le ossa delle sue vittime.

La tradizione infatti ci dice che esso una volta era un essere umano ma per colpa di una terribile maledizione, il diavolo in persona lo punì tramutandolo in un essere grottesco il cui unico scopo è raccogliere ossa dei viventi da tributargli come offerta. Il modo in cui agisce per ottenerle è poi davvero tremendo: esso afferrerebbe i malcapitati per gettarsi con loro lungo in fianchi delle montagne, approfittando della sua condizione soprannaturale non recandosi danno e recuperando successivamente le ossa delle sfortunate vittime. Se già ciò fa venire più di un brivido lungo la schiena, pare che l’arrivo del Conciaossa sia annunciato dalla tremenda nenia che la creatura ripete incessantemente con tono folle e lugubre:

Prendi un osso, metti un osso,

ballo e rido a più non posso.

Vieni qua, dammi la mano

giù tra i sassi ruzzoliamo.

Lascio a voi lettori decidere la palma dell’Uomo Nero più spaventoso, anche se il nostro Conciaossa ha tutte le carte in regola per uscirne vincitore a mani basse. Analizzando però con maggiore serietà queste leggende che accomunano diversi popoli, ci rendiamo conto che in fondo esse non sono altro che il riflesso di paure ancestrali come il terrore del buio, dell’ignoto, dell’abbandono o della morte che da sempre caratterizzano la storia dell’umanità, spesso prendendo la forma di oscure entità soprannaturali.

Immagine tratta dal videogioco Bloodborne, 2014, raffigurante il nemico denominato “Kidnapper” estremante simile al Conciaossa.