48 anni fa il boom delle radio private. Anche a Lucca si festeggiò la storica sentenza della Corte costituzionale

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Nell’inverno 1975-1976, dunque 48 anni fa, sintonizzando anche il più piccolo ricevitore radio portatile sulla frequenza 102.500 della modulazione di frequenza si poteva sentire un segnale ripetitivo e letteralmente mono-tono: un «pio-pio».

Nasceva così in via della Chiesa IX a Monte San Quirico la prima emittente radiofonica privata della città di Lucca. Lo studio, allestito alla meglio, comunque con fantasia, abilità e capacità, si trovava al terzo piano salendo dalla porta della canonica che oggi ha il numero civico 348. La finestra dello studio si apriva verso la città, dando l’impressione di volare sulle onde radio. Un’altra piccola rampa di scale consentiva di accedere al sottotetto dove era stato sistemato l’impianto di trasmissione mentre l’unica antenna era collocata sul tetto dell’adiacente campanile. Erano tempi pionieristici e con pochi Watt si poteva coprire l’intera pianura lucchese senza bisogno di ripetitori. Nella sala di emissione, ovviamente unica, c’erano un mixer a sei canali, due piatti, un registratore a cassette, due registratori a bobina, alcuni microfoni e ovviamente alcune cuffie. Il tutto collocato su un banco sospeso, ovvero agganciato alle travi in legno del soffitto. Una soluzione che consentiva di evitare le vibrazioni e quindi i possibili salti dei dischi ad ogni movimento del conduttore, animatore o regista di turno. Le pareti della sala di emissione erano parzialmente rivestite con i tipici contenitori portauova in polpa di legno e di colore grigio, a cui – almeno all’epoca – venivano attribuite sufficienti proprietà acustiche. In realtà si è poi visto che le proprietà fonoassorbenti erano limitate alle frequenze medie, d’altra parte risultavano imballaggi potenzialmente infiammabili. Al soffitto c’erano i pannelli di polistirolo bianco per coprire le travi di legno della stanza. Al secondo piano, ma in una stanza che si affacciava sulla retrostante via della Chiesa IX, si trovava uno spazio più ampio, utilizzato come redazione e luogo di ritrovo dei collaboratori, prevalentemente giovani e giovanissimi studenti.

Roberto Giovannini alla consolle nel primo studio di Radio Lucca (1976)

Merita di ricordare i pionieri di questa esperienza a cominciare dal direttore delle trasmissioni Roberto Giovannini. Con lui Claudio Ceravolo, Duilio Casotti, Mario Lazzarini e Alberto Bertolozzi.

In quel periodo non era ancora possibile trasmettere liberamente sulle frequenze radio. Era necessario presentare domande su domande, anche con sensibili costi economici. Domande che spesso rimanevano in un cassetto in attesa di un via libera nazionale. Per avere una possibilità e dunque un futuro Roberto Giovannini, all’epoca titolare dello storico negozio di fotografia e di video che aveva sede in via della Fratta ed oggi videomaker-documentarista, fotografo e regista per note trasmissioni Rai oltre ad essere membro dell’Associazione Documentaristi Italiani Doc-It, riuscì a coinvolgere l’allora senatore Arturo Pacini che accettò subito di diventare il referente della neonata emittente lucchese.

Nel frattempo si alternavano notizie positive e negative, in particolare le sentenze della Magistratura. Alcune riconoscevano la legittimità delle trasmissioni private locali. Soltanto il 28 luglio 1976 si arrivò alla storica sentenza numero 202 con la quale la Corte costituzionale consentì ai privati l’installazione e l’esercizio di impianti di diffusione radiotelevisiva purché non eccedenti l’ambito locale, sancendo così la nascita ufficiale dell’emittenza privata.

Conquistata questa legittimazione ci fu un aumento delle trasmissioni musicali e di informazione e anche le prime esperienze di registrazioni in giro per la città. Come evidenziò il prof. Umberto Eco proprio nel 1976: «Uno degli effetti più interessanti e rilevanti che le nuove radio hanno determinato dal primo momento in cui sono entrate in azione, è stato l’effetto accento: era la prima volta che sentivo parlare alla radio con l’accento del droghiere all’angolo. Quando poi mi sintonizzavo di nuovo sulla radio di monopolio sentivo invece un effetto di estraneità. Quando ho sentito un rapporto da una casa occupata, dato col fiatone da uno appena arrivato nella redazione radiofonica, il fatto che la notizia fosse data male, col ritmo spezzato, era involontario ma assumeva per me un interesse maggiore e decisamente nuovo». Effettivamente l’accesso al microfono di decine, anzi centinaia di persone, anche senza alcuna professionalità radiofonica o giornalistica, divennero segno di libertà di espressione e di sperimentazione, tanto dei contenuti, dei linguaggi e delle formule, quanto delle soluzioni organizzative e degli assetti economici e proprietari.

Anche a Lucca il fenomeno della maggiore aderenza alla realtà locale e della più stretta relazione con l’audience consentì il grande successo. Le telefonate, le dediche, i giochi in diretta (anche senza alcun premio) furono alla base di un contatto diretto fra speaker e ascoltatori con la sede di Monte San Quirico sempre più luogo di aggregazione, soprattutto giovanile.

Ma nel frattempo arrivarono anche persone desiderose di fare dell’esperienza radiofonica la base di una (futura) professione. In effetti alcuni giornalisti lucchesi (professionisti e pubblicisti) passarono proprio dalle stanze di Monte San Quirico prima di arrivare nelle redazioni locali di Avvenire, Il Tirreno e La Nazione, all’epoca uniche realtà che offrivano la possibilità di un contratto professionale, anche a tempo pieno. Pure sul fronte disk jockey e animatori alcune voci poi diventate molto note in Lucchesia, in Versilia e oltre iniziarono nello studio al terzo piano della canonica di Monte San Quirico. Era un’epoca ancora completamente analogica; anche il semplice montaggio delle interviste realizzate in città con un piccolo registratore portatile richiedeva tempo e un collegamento con un altro registratore per tagliare le parti registrate inutili, per inserirci domande o commenti oppure per cambiarne l’ordine nel servizio da mettere in onda. Il montaggio analogico richiedeva tempo e pazienza. Oggi è praticamente scomparso grazie ai software di editing che sono sempre più evoluti e utilizzabili anche sui computer domestici.

Giovannini all’ingresso alla seconda sede di Radio Lucca a Monte San Quirico

Il crescente successo dell’esperienza spinse a realizzare un nuovo e più razionale studio che venne allestito dagli stessi animatori della radio, improvvisatisi muratori, falegnami, elettricisti e arredatori, al primo piano nello stesso edificio della canonica, ma nella punta nord-est del complesso. Uno studio che separava la regia dall’archivio dei dischi e, attraverso un vetro, anche dalla stanza riservata a speaker e ospiti delle trasmissioni in diretta, comprendendo anche uno spazio adeguato alla redazione.

Radio Lucca in una fase successiva scese da Monte San Quirico per trasferirsi in via San Marco, nei locali oggi al civico 206, già utilizzati fra il 1978 e il 1979 per la prima emittente televisiva lucchese, all’epoca in bianco e nero, sempre con referenti Roberto Giovannini e il senatore Arturo Pacini. Questa esperienza televisiva venne poi abbandonata perché i contatti nazionali, in particolare milanesi, prevedevano investimenti consistenti sia per mantenere l’emissione in bianco e nero sia e soprattutto per arrivare alle trasmissioni a colori che ormai si stavano diffondendo ovunque. Così la prima emittente televisiva a colori lucchese (TV Studio Lucca Canale 24) arrivò soltanto alla fine del 1982, con inizio ufficiale delle trasmissioni il 23 gennaio 1983, ma di questo avremo modo di parlare in un’altra occasione.

Tornando a Radio Lucca ci fu poi un altro trasloco, quando la sede venne portata da San Marco ai locali diocesani in via Santa Gemma Galgani, sopra l’allora cinema «Italia».

Fin dall’inizio a Radio Lucca si trovarono molti ragazzi e ragazze, soprattutto studenti, che erano spinti dal desiderio di vivere un’esperienza nuova, anche senza ricevere un compenso. Fenomeno analogo a quello vissuto nelle altre emittenti italiane e toscane. Lungo l’elenco dei collaboratori di Radio Lucca 102.500 MHz FM fin dalla prima estate del 1976: Adriana, Alberto, Alessandro, Angela, Arianna, Carla, Carlo Alberto, Cesare, Claudio, Duccio, Gaetano, Gianfranco, Giuliano, Ilaria, Luisa, Manola, Massimo, Michele, Monica, Paolo, Patrizia, Riccardo, Tullia, Ugo, ecc.

Per un bel periodo, quando l’emittente era nella seconda sede di Monte San Quirico l’apertura dei programmi era affidata ad Alberto Mazza che riscuoteva un notevole successo mandando in onda successi di altri tempi intervallati da racconti e aneddoti vari. Sempre in quel periodo c’era un appuntamento telefonico due, tre volte per settimana, con Nonno Beppe che viveva a San Marco e che era solito raccontare modi di vita della sua gioventù (le lavandaie che lavavano i panni nei corsi d’acqua oppure l’unico forno del paese che veniva usato in maniera comunitaria, da tutti, ecc.) Altro personaggio era Gildo, che era inserito nel mondo dello spettacolo e riusciva a portare in trasmissione anche personaggi famosi. In epoca successiva arrivarono anche un altro Alberto, Antonio, Carlo, frate Michele, Marcello, Tommaso e tanti altri. Per tutti c’era anche la soddisfazione di esser riconosciuti dagli amici, dai colleghi, dai vicini di casa. Alcuni erano più interessati agli aspetti tecnici, come Duilio e Paolo, altri erano impegnati sul fronte delle redazioni e della programmazione musicale o dell’informazione, mettendo in onda le trasmissioni di musica, gioco, attualità, sport, cultura, tradizioni, ecc. Far parte dello staff dell’emittente divenne quasi uno status symbol, vedendosi accresciuta la considerazione sociale. Avere le magliette con la scritta Radio Lucca oppure anche il semplice adesivo rosso sul cristallo dell’autovettura o anche sul ciclomotore era il segno dell’appartenenza e motivo di orgoglio in quelle stagioni della seconda metà degli anni settanta. Anche il partecipare agli eventi pubblici organizzati dall’emittente era il segno del crescente attaccamento e affezione degli ascoltatori lucchesi. Le trasmissioni di Radio Lucca si sono poi interrotte negli anni ottanta, lasciando la frequenza a un network nazionale.

Il casottino del trasmettitore di Radio Lucca sul Monte Serra

Se nel 1976 il brano simbolo delle neonate emittenti era «La radio» di Eugenio Finardi (potete sentirlo qui: https://www.youtube.com/watch?v=BYxqLde3Rno) già tre anni dopo le radio libere e/o private subirono l’arrivo dei network ma anche delle televisioni private e così il brano rappresentativo di questa nuova stagione fu «Video Killed The Radio Star» del gruppo britannico «The Buggles» (lo trovate qui: https://www.youtube.com/watch?v=W8r-tXRLazs).

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Una seconda emittente radiofonica fu Radio Lucca Democratica che aveva una impostazione politica di sinistra. Organizzava tavole rotonde, colloqui, una tribuna politica radiofonica. In redazione c’erano una decina di giovani ovviamente motivati dallo stesso ideale politico, socialmente impegnati.

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Poco dopo nacque anche Radioduemila che è rimasta attiva fino al dicembre 2023. Ufficialmente, legalmente, con i bolli del notaio, nacque nel 1977. Il 25 gennaio nasceva l’embrione di quella che poi sarebbe diventata Radio 2000. Undici ragazzi misero insieme tutta l’energia di cui erano capaci e fondarono l’ACIR (Associazione culturale iniziative radiofoniche) questo fu l’inizio, l’entrata ufficiale in società, ma erano già diversi mesi che le onde elettromagnetiche delle famose prove tecniche di trasmissione fendevano lo spazio circostante la sede. Ad ospitare quel gruppo di ragazzi, il loro entusiasmo e ovviamente le prime apparecchiature tecniche fu l’allora sacerdote di San Pietro a Vico che mise a disposizione dei locali, allora disabitati e decisamente vetusti.

L’apparecchiatura dedicata alla trasmissione e alla produzione era essenziale, un’antenna collineare, un trasmettitore della Pm, che trasmetteva sui 99,200 Mhz, un mixer Rcf, due piatti Lenco, una piastra per cassette Sony e un microfono e già una montagna di dischi. L’anno successivo, il 1978, il 5 di settembre ci fu la trasformazione da associazione a Radio 2000 Soc.Coop a r.l., davanti al notaio questa volta i ragazzi erano molti di più e ancora più determinati a diffondere il segnale di Radio 2000 in un raggio d’azione che fosse il grande possibile.

Da quel giorno è stato un crescendo continuo, postazioni e antenne piazzate sui monti circostanti, Serra e Pizzorne, poi le postazioni lungo la valle della Garfagnana, fino ad installare l’ultima postazione nell’alta Garfagnana ai confini della provincia di Lucca.

Pochi anni dopo la sede originaria di San Pietro a Vico divenne stretta e Radio 2000 si trasferì nella storica sede di Borgo Giannotti, dove forse ha vissuto i fasti migliori, fino al 1992 sotto la guida di Alibrando Morgantini, dopo e fino a inizio 2024 sotto la guida di Valter Tardelli. Nel 1993 Radio 2000 diventò una radio italiana, riconosciuta da una legge che regolamentò il settore, uscendo così dalla categoria di radio pirata, come fino a quel momento lo erano tutte.

Lo studio di Radioduemila a San Donato

Erano gli anni di una redazione giornalistica da fare invidia ai migliori rotocalchi, di dj di altissimo livello che ancora oggi girano il mondo proponendo le loro scalette musicali, tanto sport, giochi ed intrattenimento. Ancora un trasloco nel 2012, Radio 2000 lasciò l’ormai caotico Borgo Giannotti, per trasferirsi a pochi metri dalle Mura, nella zona di San Donato, dove ha continuato la sua attività fino al 31/12/2023. Quando venne scelto il nome dell’emittente si proiettava in un futuro che appariva ancora lontano. Radioduemila poteva entrare fra i network italiani ma venne scelta di dimensione locale, attenta al territorio e con area di ascolto estesa alle province di Pisa, Livorno, Massa e parte di Pistoia. Una scelta che ha premiato sicuramente a lungo, fino all’epilogo nell’autunno 2023. Sulle frequenze di Radioduemila migliaia di voci si sono sparse nell’aria fino ad entrare nelle case, nelle automobili, si sono alternate ai microfoni le voci dei personaggi politici che hanno segnato la vita della provincia, di quelli dello spettacolo, ha dato voce a molte associazioni e anche a tanti cittadini. Insomma una radio fatta dalla gente e per la gente. Molto seguita nelle trasmissioni sportive del sabato sera e della domenica pomeriggio è stata la voce della squadra di calcio della Lucchese con il commento di Emiliano Pellegrini. Fra gli altri collaboratori Lanfranco Ghilardi esperto di ciclismo. Tra i vari programmi: Parliamone insieme alla radio, Musicland con Stefano Barsotti, RadioActiva con Ema, Eden con dj Tony, Night wolf radio station, Anteprima sport, Clubbing! con dj Luca Maffei, The Mix Show, Radio 2000 sport, La nostra musica, Caffè Italia Italian style & more, Music Box Grandi successi di sempre, Heavy Rotation Le hit del momento, Afterhours The new old & new hit, Niteline La notte di Radio2000.

Adesso è rimasto il sito internet www.radioduemila.com/Radioduemila/INDEX.HTML.html comunque non più attivo e la pagina Facebook https://www.facebook.com/Radioduemila dove si legge l’ultimo post del 15 novembre 2023: «Un sogno realizzato, un viaggio fantastico, costellato di momenti emozionanti e indimenticabili, ma come tutti i sogni e anche i lunghi viaggi, prima o poi svaniscono o giungono al termine. Siamo ormai ai titoli di coda, alcune frequenze sono state cedute a emittenti ben più importanti e strutturate, l’ultima però, operante sul bacino di Lucca, abbiamo preferito trasferirla a chi ha ancora energie per fare radio. Radio studio X, questo è il nome che da qui in avanti sentirete dire in radio. Con loro abbiamo deciso che sarebbe stato un subentro, non una vendita, così oggi una nuova radio locale si affaccia su Lucca, sulla nostra storica frequenza dei 99.2 Mhz, a loro, in una specie di fusione abbiamo fatto confluire tutto il nostro “know how” li abbiamo aiutati perché una parte di noi rimanga viva con loro. Immancabilmente e veramente d’obbligo, vogliamo ringraziare tutti voi per il costante supporto che ci avete dato, fare radio, senza i nostri amici sponsor, sarebbe stato impossibile. Ringraziamo anche tutti i nostri collaboratori, speaker, giornalisti, dj che negli anni hanno riempito con la loro voce, la loro simpatia, la loro intelligenza e capacità, le tantissime ore di trasmissione che abbiamo mandato in onda. Grazie ancora una volta a tutti quanti e auguriamo a tutti un buon vento che porti serenità, lavoro e soprattutto salute».

Altra emittente radiofonica lucchese fu Radio Antenna Centro Città di Giuliano Marchetti che aveva sede in via Galli Tassi e che rimase in funzione alcuni anni.

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Oggi a Lucca rimane attiva Radiostar che ha sede in via Barsanti e Matteucci (zona Borgo Giannotti). Radiostar, come si legge sul loro sito internet, «è un’emittente radiofonica nata a Lucca nel 1984, trasmette in FM sulle frequenze 92.7 e 102.2, in streaming dal sito internet www.radiostar92e5.it Il bacino d’utenza dell’emittente si estende dalla piana di Lucca a parte delle province di Pistoia, Prato, Pisa e Firenze per quanto riguarda la frequenza 92.7, con i 102.2 Radio Star raggiunge anche la Mediavalle e Garfagnana. Il target è decisamente vasto grazie ad una programmazione musicale estesa dai grandi successi del passato a quelli attualmente in classifica. Punto forte di Radiostar sono le trasmissioni in diretta sia al mattino che al pomeriggio e non solo, Radiostar organizza infatti vari eventi durante l’anno, manifestazioni, expo, tour promozionali, concorsi di canto, eventi itineranti nelle piazze e molto altro. Si tratta di eventi seguiti sempre in diretta dagli speaker dalle postazioni esterne allestite per l’occasione o grazie allo studio mobile dotato di regia e palco. Con le attrezzature recentemente acquistate è possibile trasmettere in qualsiasi momento e da qualunque luogo sempre in diretta e ad alta qualità, questo permette di fare anche interviste, serate, presentazioni e trasmissioni anche all’interno di negozi, bar e locali di qualsiasi genere».

Lo studio di Radiostar (dal sito internet dell’emittente)

Al timone di Radiostar c’è Valerio Ramacciotti che, presentandosi sul sito dell’emittente, scrive: «Faccio parte di Radiostar fin dall’inizio, praticamente l’ho inventata io, sono il responsabile dell’emittente, mi occupo di programmazione, pubblicità, eventi esterni, contabilità, programmazione computer e molto altro. Amo molto il mio lavoro e cerco di farlo bene, tuttavia non riesco mai ad essere soddisfatto fino in fondo di quello che faccio. Devo comunque dire che Radiostar mi ha dato e mi sta dando tantissime soddisfazioni, anche se penso che tutte le radio locali dovranno prima o poi chiudere i battenti, io non mollo, per far chiudere Radiostar dovranno passarmi sopra con un rullo compressore. La musica che preferisco è il Funky anni ’80, ed è per questo che spesso su Radiostar potete sentire grandi successi da discoteca dal ’79 all’84».

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Molte le altre radio libere e/o private che dir si voglia della provincia di Lucca. A cominciare da Radio Montecarlo Antenna 104 fu sicuramente la prima in assoluto. Nacque nel 1975 in via Pozzale 14 a Montecarlo inserendosi a pieno titolo tra le prime radio libere italiane. Grazie alla sua collocazione in collina  si segnale era diffuso diffonde in buona parte delle province di Lucca, Pisa, Livorno, Pistoia pur avendo un impianti di trasmisssione di limitata potenza. Per chi vuole approfondire ulteriormente l’argomento segnalo l’interessante pagina web: https://massimoemanuelli.com/2021/05/07/le-radio-libere-della-provincia-di-lucca/ dove il professor Massimo Emanuelli, docente e collega giornalista, elenca le emittenti fornendone anche una presentazione, più o meno dettagliata. Vi si trovano fra le altre: Radio Viareggio Controcanale 103; T.R.E. Tele Radio Express; Radio Forte Dei Marmi; Radio Versilia; Radio Versilia Rfm; Mondoradio Versilia; Radio Club; Onda Radio; Radio Onda Tower; Radio Mare; Radio Mare Versilia; Radio Toscana Nord; Radio Sole; Radio Station Versilia; B.B.S Babilonia Broadcasting Studio / Radio Babilonia; Antenna 43; Radio Viareggio; Radio Alice; Radio Jamaica; Radio Massarosa Sound; Radio Futura Massarosa 100,500 MHz; Radio Fornaci One; Radio L di Bozzano; Tele Radio Capannori di Marlia; Tvs Studio Radio Uno di Piaggiori di Segromigno Monte; Radio Quasar di Vitiana di Coreglia Anteminelli; Radio Toscana di Altopascio; Radio Alfa 99 di Porcari; Radio Modulare Alta Garfagnana di Castiglione Garfagnana poi Radio Alice; Radio Centro Versilia di Querceta; Radio Televersilia di Viareggio; Radio Ronco di Massarosa; Studio Radio Toscana Sound di Marginone di Altopascio; Radio Alice di Castelnuovo Garfagnana (nata sulle ceneri di Radio Modulare Alta Garfagnana per opera di Andrea Tagliasacchi, oggi sindaco di Castelnuovo Garfagnana); Radio Ciocco di Barga; Radio Nord Garfagnana / Tele Radio Nord Garfagnana di Piazza al Serchio; Radio Mix di Pieve di Compito; Radio Tirreno di Lido di Camaiore; Radio  Babilonia; Radio Veronica; Sound Network. In realtà per alcuni anni in molte comunità e paesi nascono emittenti più o meno grandi gestite da giovani legati alle parrocchie, ai circoli politici, a personaggi locali oppure alle aziende interessate a questa forma di comunicazione.

Alla fine degli anni settanta si contano duemila private radio in Italia che all’inizio del decennio successivo saliranno a oltre quota tremila. Così cresce in maniera enorme il numero di persone che nei primi anni dopo la crisi del monopolio facevano radio. Fenomeno che anche a livello lucchese si traduce nell’enorme allargamento e in una forte democratizzazione dell’accesso ad alcune professioni, fra cui quella giornalistica. Animate prevalentemente dai giovani, quelle prime radio private (commerciali o politiche che fossero) assorbono dal linguaggio giovanile espressioni anche locali e dialettali, neologismi, parole mutuate da lingue straniere, amplificandone l’uso a livello nazionale e intergenerazionale. Come evidenziato da molti studi sul fenomeno delle radio private, con l’avvento delle emittenti locali viene meno la funzione pedagogica e normativa, incarnata dalla RAI, della radio rispetto alla lingua. D’altra parte gli stili veloci dei disc jockey radiofonici contribuiscono fra l’altro all’accelerazione dei ritmi del parlato giovanile.

Soltanto poche radio più motivate sul piano giornalistico, riescono a destinare risorse alla produzione autonoma di informazione, altre di fatto copiano e dunque sviluppano un rapporto parassitario con la stampa nazionale e anche locale, dove al più si sviluppa quale forma di sinergia. Uno degli ambiti che hanno fatto il successo delle radio private è sicuramente quello dello sport locale e/o minore. Inoltre, al fine di riempire con gli scarsi mezzi disponibili le lunghe ore di programmazione cresce il ricorso alle telefonate in diretta degli ascoltatori facendo emergere aspetti della realtà, della mentalità, del costume che non affioravano nei mass media tradizionali, mettendo dunque a disposizione elementi preziosi per una più accurata radiografia del Paese. Parallelamente alla nascita della radiofonia privata cresce il mercato della pubblicità radiofonica locale, che solo in parte sottrae clienti alla stampa mentre apre a un mondo di inserzionisti locali del tutto nuovi, che nell’emittenza privata trovano l’incentivo di costi contenuti e di una precisa focalizzazione del loro messaggio sul territorio. La pubblicità radiofonica locale, così come l’insieme dell’offerta delle nuove radio, favorisce anche lo sviluppo del consumo e delle forme di socializzazione, per esempio nelle discoteche e con le feste e i concerti in particolare per i giovani.

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2 Commenti

  1. Va tutto bene. Mi sembra di ricordare però che, all’inizio, Radio2000 si chiamasse Radio Lucca 2000.

  2. Ci congratuliamo per la sua memoria, sono passati talmente tanti anni che anche agli addetti ai lavori avevano ormai rimosso la cosa, in effetti la ragione sociale era Radio Lucca 2000 e lo è stata fino all’ultimo, di fatto però tutto il nome per esteso è stato utilizzato per un breve periodo per poi usare Radio 2000, come lo si legge anche nell’adesivo postato, Gli stacchi, i promo, gli identificativi e molto altro ancora, fu tutto prodotto con il nome Radio 2000, già da prima che avvenisse il trasferimento in Borgo Giannotti.

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